Quando è nato lo studio nel 1993 quante persone c’erano? Le sedi sono sempre state a Milano e Bologna?

Lo studio è nato nel 1993 e non eravamo in molti: tre professionisti e due segretarie. Ci trovavamo in una sede proprio davanti al Tribunale, in via Freguglia. Mi ricordo che era il periodo di “Mani pulite” e vedevamo spesso passare Antonio Di Pietro, il P.M. che, in quel periodo, mise alla sbarra il mondo politico italiano. La nascita dello studio rispondeva ad una esigenza allora molto sentita da me che era quella di dare un servizio di qualità in un contesto milanese che tende all’internazionalità, ma con uno spirito diverso, più tailor made, rispetto agli studi che in quel periodo si affacciavano sul mercato. La sede storica è sempre stata a Milano. Si è aggiunta, poi, la sede di Bologna quattro anni fa con l’arrivo degli avvocati Eva Knickenberg-Giardina, la managing partner attuale dello studio, e Irene Grassi, che svolge la sua attività prevalentemente presso il capoluogo emiliano.

Negli anni come si è evoluto lo studio?

Lo studio si è trasformato radicalmente in questi 30 anni, durante i quali siamo passati dal fax al digitale – all’e-mail e all’intelligenza artificiale.  Abbiamo sempre cercato di essere all’avanguardia nelle trasformazioni tecnologiche con l’obiettivo di essere in prima linea. Abbiamo investito molto nella trasformazione digitale e ci siamo progressivamente adeguati alle sfide della professione liberale in tempi così brevi, perché la digitalizzazione costringe ovviamente a dare delle risposte estremamente veloci. Negli anni 90’, per esempio, c’era uno spazio vuoto tra una domanda del cliente e la risposta del professionista; uno spazio vuoto di riflessione, di studio, di attesa. Oggi questo spazio vuoto non esiste più: arriva una domanda del cliente alla quale segue quasi contestualmente la risposta “digitalizzata” – per così dire – del professionista. Stiamo, infatti, vivendo una fase di standardizzazione di alcune professioni, il che comporta l’accelerazione dei tempi di risposta. Quindi lo studio si è evoluto, adeguandosi a questa necessità di dare seguito tempestivamente alle istanze del cliente. Dall’altra parte, però, il cuore antico è rimasto lo stesso, cioè l’attenzione al dettaglio, la cura sartoriale nella risposta, il servizio personalizzato al cliente.  Se in questi 30 anni lo studio si è evoluto tecnologicamente, la cultura e i valori sono rimasti quelli dell’inizio.

Dopo la recente trasformazione dello studio legale “Cocuzza & Associati” nel brand COCUZZA, quali sono le Sue prospettive per il futuro?

Oramai lo studio è diventato di media dimensione, con due sedi e 37 professionisti. Viviamo una fase nuova, con ambizione ed entusiasmo, e sono certo che i prossimi trent’anni saranno ancora più entusiasmanti di quelli appena trascorsi!