Si tratta di un intervento normativo di portata sistemica: per la prima volta in Italia gli influencer vengono equiparati ai fornitori di servizi di media audiovisivi, con conseguente applicazione del Testo Unico dei servizi di Media audiovisivi (d.lgs. 208/2021) e l’attribuzione di una vera e propria responsabilità editoriale.

Il Codice ha, innanzitutto, ridisegnato i criteri per l’individuazione degli influencer rilevanti:

  • è sufficiente superare 500.000 follower su una singola piattaforma oppure raggiungere 1 milione di visualizzazioni medie mensili;
  • sono stati eliminati i precedenti criteri accessori (minimo di contenuti annui ed engagement rate).

L’effetto è quello di ampliare sensibilmente la platea dei soggetti sottoposti alla disciplina.

È stato poi istituito un elenco pubblico presso AGCOM:

  • gli influencer rilevanti devono registrarsi entro sei mesi dalla pubblicazione del Codice;
  • devono fornire dati identificativi, nickname/marchio, link ai profili, metriche e un recapito PEC;
  • l’elenco sarà aggiornato semestralmente e comporterà l’obbligo di riportare nei profili la dicitura “in elenco AGCOM”, una sorta di certificazione ufficiale.

Un’importante novità è l’esplicita estensione della disciplina anche agli influencer virtuali, personaggi digitali creati tramite intelligenza artificiale o grafica 3D.
Questi soggetti sono equiparati agli influencer tradizionali e tenuti agli stessi obblighi di trasparenza, in coerenza, sembra, con l’AI Act europeo.

Il Codice dettaglia, poi, in modo puntuale alcuni divieti e cautele:

  • divieto assoluto di promuovere tabacco (tradizionale ed elettronico), gioco d’azzardo e farmaci soggetti a prescrizione;
  • per l’alcol è ammessa la promozione, ma con obbligo di strumenti per limitare l’accesso ai minori per almeno sette giorni dalla pubblicazione;
  • obbligo di segnalare l’uso di filtri e modifiche digitali che alterano l’aspetto fisico, tramite specifiche diciture (“foto modificata”, “video filtrato”, ecc.), da collocare tra le prime informazioni o nei primi quattro hashtag.

Particolare attenzione è riservata ai baby influencer: agli under 18 si applicano le tutele della normativa sul lavoro minorile.

Il nuovo sistema abbandona il modello basato sulla moral suasion e introduce un regime sanzionatorio effettivo:

  • sanzioni fino a 250.000 euro, che possono arrivare a 600.000 euro per violazioni in materia di tutela dei minori;
  • AGCOM potrà avvalersi della Guardia di Finanza e della Polizia Postale per l’attività di vigilanza.

In conclusione, possiamo dire che il Codice di condotta AGCOM 2025 rappresenta un cambio di paradigma: gli influencer non sono più meri comunicatori digitali, ma veri e propri operatori editoriali.
Per le aziende che ricorrono a tali figure, ciò comporta:

  • la necessità di inserire clausole contrattuali di conformità al Codice;
  • l’obbligo di monitorare i contenuti sponsorizzati per evitare responsabilità solidali;
  • un’attenzione rafforzata ai profili di tutela dei minori e all’uso di tecniche di comunicazione digitale (filtri, AI, influencer virtuali).

La trasparenza diventa il criterio cardine: un requisito non più solo etico, ma giuridicamente vincolante.