Daniel Tocca, KAURI STORE
In che modo la sostenibilità sta contribuendo, o meno, alla vostra performance economica?
La sostenibilità è il pilastro fondante di Kauri e non un elemento aggiuntivo o secondario. Sin dalla nostra nascita, abbiamo costruito il modello di business su principi di produzione responsabile e selezione rigorosa dei fornitori. Questo ci ha consentito di intercettare un pubblico sempre più consapevole, disposto a riconoscere il valore di prodotti sostenibili senza dover rinunciare alla qualità o all’estetica.
Quando abbiamo aperto il nostro primo punto vendita a Bolzano in una posizione non centrale, il riscontro è stato immediatamente positivo. Il successo di quel primo esperimento ci ha spinto a testare la sostenibilità del modello in una location di primissimo livello, sotto i portici del centro storico di Bolzano. Anche in quel caso, la risposta del mercato è stata molto incoraggiante, permettendoci di espanderci progressivamente fino ad arrivare agli attuali 10 punti vendita.
Da un punto di vista finanziario, il nostro obiettivo è sempre stato quello di garantire una redditività adeguata, rispettando al contempo i principi di sostenibilità. Un indicatore chiave è il rapporto affitto/fatturato, dove siamo riusciti a mantenere valori molto competitivi rispetto agli standard del settore. Questo dimostra che la sostenibilità non è un vincolo che penalizza la performance economica, ma un vero e proprio valore aggiunto.
Qual è l’investimento più rilevante che avete fatto nell’ultimo anno per migliorare la sostenibilità, e che risultati ha portato?
Più che un singolo investimento, la sostenibilità permea tutte le nostre scelte aziendali. Ogni decisione viene presa con la consapevolezza di ridurre l’impatto ambientale e massimizzare il valore per i consumatori. Se dovessi scegliere uno solo tra gli sviluppi più rilevanti, citerei il fatto che stiamo valutando il percorso per ottenere la certificazione B Corp. La certificazione ci consentirebbe di formalizzare ancora di più il nostro impegno e di consolidare la nostra credibilità nel settore.
Un altro aspetto fondamentale è l’espansione del nostro modello nei department store tedeschi attraverso corner dedicati alla moda sostenibile. L’idea è portare maggiore visibilità ai marchi etici e creare uno storytelling autentico sulla sostenibilità, unendo qualità, estetica e responsabilità ambientale. Crediamo che questo approccio possa ridefinire la percezione della moda sostenibile e contribuire alla crescita dell’intero settore.
Come valutate i progressi in sostenibilità rispetto ai vostri obiettivi a lungo termine?
Dal 2019 a oggi, Kauri ha consolidato il proprio modello di business e ha dimostrato che esiste una domanda reale per un retail multimarca basato su criteri di sostenibilità. Rispetto ai nostri obiettivi iniziali, siamo riusciti a sviluppare una rete di fornitori che oggi conta più di 200 aziende, selezionate in base a rigorosi standard ambientali e sociali.
L’evoluzione del settore ci ha confermato che il nostro approccio era corretto: nel 2010 la moda sostenibile era una nicchia quasi inesistente, mentre oggi è un segmento in forte crescita. Tuttavia, il percorso è ancora lungo e il nostro obiettivo è quello di espanderci ulteriormente, migliorando la nostra capacità di comunicare e di educare il pubblico alla sostenibilità.
Qual è la sfida più grande che avete incontrato nell’integrare la sostenibilità nel modello di business? E quale il successo di maggiore soddisfazione?
La sfida principale è stata (ed è tuttora) culturale. Il retail tradizionale spesso percepisce la sostenibilità come un costo aggiuntivo, mentre il consumatore medio fatica ancora a comprendere il valore di un prodotto realizzato con criteri etici. Abbiamo dovuto lavorare molto per educare il pubblico e convincere i retailer ad accogliere il nostro modello all’interno dei loro spazi.
Un altro ostacolo è legato alla credibilità: negli ultimi anni molti brand si sono improvvisati “sostenibili” senza adottare processi realmente virtuosi. Per noi è essenziale distinguere la vera sostenibilità dal greenwashing, offrendo prodotti che siano certificati e trasparenti nel loro impatto ambientale.
Il successo più grande è stato riuscire a dimostrare che la sostenibilità e la performance economica possono coesistere. Il passaggio dalle location secondarie a quelle di primo livello ci ha permesso di consolidare la nostra posizione e di attirare una clientela sempre più ampia, senza dover rinunciare ai nostri principi. Inoltre, il nostro ingresso nel mercato tedesco è un altro traguardo significativo, che ci apre a nuove opportunità di crescita.
Il suo settore di riferimento come pensa che evolverà in rapporto alle tematiche riguardanti la sostenibilità?
Al momento il settore sta vivendo una fase di transizione complessa. Da un lato, il cambiamento climatico e la crescente consapevolezza ambientale spingono sempre più aziende a integrare pratiche sostenibili. Dall’altro, alcune recenti tendenze economiche e politiche (come il rallentamento della spinta green negli Stati Uniti e la crisi del settore tessile) stanno generando una certa incertezza nel mercato.
Tuttavia, crediamo che il futuro della moda sostenibile sarà determinato da tre fattori chiave:
Integrazione nel retail tradizionale: il nostro progetto di inserire corner dedicati alla moda sostenibile nei department store tedeschi va proprio in questa direzione, facilitando l’accesso ai prodotti etici anche per il consumatore mainstream.
In sintesi, il mercato della moda sostenibile continuerà a crescere, ma sarà fondamentale saper comunicare il valore reale della sostenibilità per consolidarne il successo.
- Qualità estetica: i brand sostenibili devono competere alla pari con quelli tradizionali, offrendo collezioni che siano accattivanti, ben progettate e al passo con le tendenze.
- Storytelling autentico: i consumatori vogliono sapere da dove proviene ciò che acquistano, chi lo ha prodotto e con quali materiali. Il nostro ruolo è quello di fornire queste informazioni in modo chiaro e trasparente.
- Integrazione nel retail tradizionale: il nostro progetto di inserire corner dedicati alla moda sostenibile nei department store tedeschi va proprio in questa direzione, facilitando l’accesso ai prodotti etici anche per il consumatore mainstream.
In sintesi, il mercato della moda sostenibile continuerà a crescere, ma sarà fondamentale saper comunicare il valore reale della sostenibilità per consolidarne il successo.
Se doveste misurare il valore della sostenibilità in una parola, quale scegliereste e perché?
Sostenibilità è un concetto che si apprende nel tempo, non è un qualcosa di innato. Molti dei nostri clienti hanno iniziato a interessarsi alla sostenibilità partendo da altri settori, come il cibo biologico o la cosmetica naturale, e poi hanno esteso questa consapevolezza anche alla moda. Ci si innamora piano piano, nessuno nasce sostenibile.
Se dovessimo racchiudere tutto questo in una sola parola, probabilmente sceglieremmo “effetto palla di neve”. Perché la sostenibilità è qualcosa che si diffonde gradualmente, che attecchisce e si sviluppa in diversi aspetti della vita delle persone. È un percorso di crescita e di consapevolezza che parte da piccoli cambiamenti e si espande fino a diventare un modo di vivere.